ROCCAMENA

Monte 
Maranfusa

Monte Maranfusa si eleva lungo il corso del Belìce Destro, a meno di un chilometro a Nord-Ovest di Roccamena. In cima al monte, il castello di Calatrasi domina la vallata, dove a cavallo del braccio destro del fiume Belice, è possibile vedere ancora intatto l’omonimo ponte ad una luce con grande arco a sesto acuto, nella tipica forma a schiena d’asino, realizzato in età normanna. Il viaggiatore Idrisi al tempo di Ruggero II ci descrive il castello come “appariscente e fortilizio primitivo e valido da farvi affidamento…..ha terreni da seminare…”.

Ricerche archeologiche hanno interessato l’area del castello e del sottostante villaggio; inoltre, sovrapposta all’insediamento indigeno, è stata riportata in almeno due punti del monte una necropoli di rito musulmano. La rocca racconta, quindi, di civiltà passate e le indagini archeologiche hanno evidenziato una fase di occupazione del sito a partire almeno dal IX-VIII sec. a. C, anche se il periodo di massima espansione risale ad età arcaica (VII-VI sec. a. C.), quando ebbero inizio i rapporti con le città coloniali della costa. Nel tratto di abitato indagato si riconoscono diverse fasi di vita comprese tra la fine del VII secolo ed il 480 a.C. circa, periodo in cui l’area fu improvvisamente abbandonata, probabilmente a causa di calamità naturali. Dopo il definitivo abbandono del centro antico, il sito venne rioccupato in età araba e, in modo intensivo, in età normanna, quando il territorio di Calatrasi, nome con il quale sono noti nelle fonti e nei documenti medievali il distretto e il castello, entrò a far parte, per donazione di Guglielmo II, dei territori della Diocesi di Santa Maria Nuova di Monreale. La roccaforte fu coinvolta nelle cruente rivolte dei musulmani contro Federico II che insanguinarono la Sicilia occidentale nella prima metà del XIII secolo causando la fine degli insediamenti della vallata. Anche Calatrasi rimase dunque pressoché disabitato.

Nel Museo Civico di Roccamena sono in parte esposti i numerosi reperti provenienti dal sito; offrono preziosi elementi per la ricostruzione della vita quotidiana e delle attività produttive indispensabili per la sussistenza della comunità indigena insediatasi sul Monte Maranfusa, fortemente legata alle antiche tradizioni locali, seppure aperta ai nuovi influssi culturali provenienti dal mondo greco coloniale.

PHOTOGALLERY 
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